"less is less"

7.09.2008

JUSTICE LIVE @ ARENA CIVICA MILANO

Sono le ore 13.15 e sono appena partito dalla centrale per far ritorno in ”baita” (come dicono a Brescia). Avendo circa 5 ore di treno davanti, ne approfitto per raccontarvi il concerto di ieri sera. In realtà credo sia impossibile riuscire a mettere nero su bianco una performance come quella di ieri. Comunque, cercherò di farlo nel migliore dei modi. Partiamo dall'inizio: arrivo all'arena civica verso le 20, come consigliato dal sito dell'evento. Mi accorgo subito di non essere l'unico, anzi. Una folla colorata è già accalcata all'entrata e tutt'intorno uno stuolo di camioncini pronti a vendere qualsiasi tipo di alimento. Scelgo di non addentrarmi, mi siedo su una panchina del parco (Sempione) ed aspetto l'apertura leggendo qualche articolo di City. Dall'arena rimbombano i suoni del soundcheck, ma non sembrano essere suoni firmati Justice. Infatti, il concerto verrà aperto da un gruppetto torinese che si autodefinisce PunknBass: gli LNRIPLEY. Ammetto che la cosa mi prende male e non poco, perchè in ho già avuto occasione di sentire il djset di tale gruppo (Rollers) in varie occasioni e devo ammettere che suonano una DnB di merda. Passa circa un'ora, ed alle 21 finalmente aprono i cancelli dell'arena. Il palco è bello grande, e la cornice non è niente male: un misto tra l'arena di Verona ed un club all'aperto. Numerosi gli stand degli sponsor, come numerosi sono anche gli emo-sfigati che cominciano subito a bere come ragazzini ed ad accalcarsi sotto il palco. Io, mi accomodo sugli scaloni fronte palco, mi sdraio e mi accendo una sigaretta. Osservo interessato la folla che pian piano invade l'arena, mentre le zanzare cominciano a rompere i coglioni (ancora ringrazio la coppia di tedeschi che mi ha prestato lo spray). Sono le dieci e le luci del palco si accendono, la gente urla e subito sale uno pseudo presentatore che comincia con la solita solfa: Milano, Sponsor, che bello, festival, siete pronti e puttanate varie. Salgono gli LNRipley: voce, tastiere, basso, chitarra e batteria (Ninja dei Subsonica). Si spengono le luci e la musica comincia. Peccato. Infatti questi Ripley fanno proprio schifo, il loro suono è già vecchio ed i pezzi sembrano tutti uguali. Non c'è il minimo gioco armonico e la batteria, anche se suonata da un musicista d'eccezione, non rende la “panacca” tipica della DnB. Come se non bastasse, il nano nero cantante non la smette più: canta in un inglese maccheronico ripetendo sempre le stesse cose, vecchio, vecchio ed ancora vecchio. Si sentono frasi del tipo: “we live in a city of violence”, “smoke weed and fly”, “we are the fire”. Vi giuro, mi vergognavo per loro. Comunque il concerto va avanti, perchè tanto il fronte palco di emo e “punkabbestia” ballerebbe anche la mazurca. Dopo una decina di pezzi finisce quest'agonia, l'arena è al completo e tutti sanno quello che sta per accadere. Dopo poco tutte le luci si spengono, sul palco due teloni neri vengono fatti cadere, scoprendo i due muri di amplificatori Marshall che tutti si aspettavano. Al centro del palco una consolle fantascentifica (in realtà è solo per far scena), centinaglia di pulsantini e circuiti si illuminano con i loro led rossi e blu, regalando un'atmosfera in stile “2001 odissea nello spazio”. Finalmente il duo francese sale sul palco ed una sorta di campana comincia a suonare come ad annunciare l'inizio di un sacramento. La mitica croce si accende e parte un accenno di Phantom pt.2. Scrivo “accenno” perchè ogni pezzo è remixato ed intrecciato con gli altri e con se stesso. Un mix veramente letale che da subito mi porta a scendere dagli scaloni ed a gettarmi tra la folla. I pezzi vanno avanti uno “dentro” l'altro, l'impianto fa il suo dovere ed il duo non si risparmia affatto. In pratica, un'ora e mezza di fuoco assoluto. Tutti ballano come pazzi ed all'ingresso del riff di “DVNO” si sfiora l'isteria generale. Dopo poco si passa a “Never be Alone”e la folla canta a squarciagola. Come se ci conoscessimo tutti da una vita, balliamo come forsennati uniti dallo stesso suono. Ad un tratto, quello che sembrava un semplice stop si trasforma in una pausa di più di 3 minuti, il duo esce dalla consolle e resta immobile di fronte alla folla con le braccia in alto in segno di vittoria. Poi il pezzo “droppa”, il duo torna in consolle e si riparte con più energia di prima. Il resto, potete immaginarlo.

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